COLPITO: La vera storia di Tiberio Bentivoglio

Tiberio Bentivoglio al Manzoni di Suzzara

sabato 15 ottobre in due momenti: dalle ore 9 e dalle ore 11 (aperto a tutta la cittadinanza)

Tiberio Bentivoglio è un piccolo commerciante proprietario e gestore, assieme alla moglie, di una sanitaria a Reggio Calabria.
La sua è forse una storia come tante in Calabria: quella del commerciante che deve pagare il pizzo per stare tranquillo, per non avere problemi.  
Ma la storia, la vera storia di Tiberio Bentivoglio è diversa, perché lui ha detto no alla mafie.   
E’ la storia di chi, come lui, sceglie di ribellarsi e di non piegare la testa.

 

La vera storia di Tiberio Bentivoglio inizia nel 1992, quando decide di allargare i locali della propria attività e durante i lavori di ampliamento subisce un enorme furto.
Nel giro di pochi anni deve fare i conti con un altro furto, la distruzione di un furgone, una bomba e un incendio che distruggono quello che rimane della sua attività fino al 9 febbraio 2011, giorno in cui resta ferito in un attentato, sei colpi di cui uno lo colpisce alla gamba.
Se da un lato si ritrova in grandi difficoltà economiche, dall'altro si rafforza in lui la fierezza, la convinzione della sua scelta di ribellarsi alla 'ndrangheta.
Questi venticinque anni di storia sono anni di lunghi processi, di intercettazioni, di nomi e cognomi, di sospetti e insospettabili, di tante promesse mai mantenute, di molte sconfitte e poche vittorie. 
Bentivoglio sceglie fin dal primo attentato di denunciare il suo stato di vittima della 'ndrangheta  e in questo libro, senza mezzi termini, fa capire come lui e tutti gli altri che hanno deciso di dire no alla mafia non siano pienamente e prontamente tutelati. 
Colpito, ma dalla mafia o dallo Stato? Le cosche gli hanno fatto perdere tutto, ma lo Stato non lo aiuta a recuperare niente anzi, Bentivoglio rischia addirittura di perdere la casa, messa all'asta perché non riesce a pagare tutti i debiti, perché i soldi del risarcimento come vittima di mafia non arrivano. 
La 'ndrangheta crea terra bruciata attorno ai luoghi come alle persone e Tiberio e sua moglie, piegati che non si spezzano, si ritrovano ogni giorno sempre più soli, abbandonati da tutti, dagli amici come dalle istituzioni.
Tutti si allontanano, chi per paura, chi per convenienza e arriva un momento in cui tra processi interminabili, aiuti che non arrivano e grandi difficoltà economiche, Bentivoglio pensa di mollare tutto.
 
Nel 2005 sente parlare di "Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie", associazione con lo scopo incoraggiare la lotta alla mafia e promuovere legalità e giustizia.      
Dall'incontro con il referente regionale di Libera nasce "Reggio Libera Reggio" un'associazione che promuove la lotta al pagamento del pizzo, offrendo sostegno legale e psicologico a chi denuncia di essere vittima del racket. Bentivoglio non è più solo un commerciante che ha avuto il coraggio di denunciare i suoi estorsori, ma è diventato un esempio per chi vuole seguire la sua strada, dedicandosi a molti incontri nelle scuole per educare alla legalità le nuove generazioni perché, come ama dire: "Siamo noi che lasciamo la terra avvelenata ai nostri figli, dobbiamo educarli a capire che non sempre è giusto prendere la strada che sembra più facile". 
"Colpito" è la storia di un uomo, un commerciante, un marito, un padre come tanti, ma è anche la storia di un uomo diverso che ha trovato il coraggio dove tanti altri hanno scelto di arrendersi a un nemico potente e invisibile, difficile da sconfiggere se non ci si unisce. 
Questa è soprattutto una storia di orgoglio, dell'orgoglio di un uomo nel dire che mai nessun mafioso si potrà vantare di aver ricevuto i suoi soldi.